A giugno, l’adeguamento ISTAT per i canoni di locazione mostra un segnale raro, ma significativo: un leggero calo dell’indice mensile.
Secondo l’aggiornamento comunicato il 16 giugno 2025, l’indice FOI (prezzi al consumo per operai e impiegati, al netto dei tabacchi) registra una variazione mensile del –0,1%, ma resta in crescita dell’1,4% su base annua. Questo valore è quello da considerare per la rivalutazione annuale degli affitti (se prevista dal contratto).
Cosa cambia per chi affitta?
📌 Se nel contratto è inserita una clausola di aggiornamento ISTAT, il canone d’affitto deve essere adeguato annualmente all’indice FOI.
📌 L’aumento massimo applicabile è:
- ✅ +1,4% per i contratti abitativi (100%)
- ✅ +1,05% per i contratti commerciali (75%)
📌 Chi ha optato per la cedolare secca è escluso dall’adeguamento ISTAT.
Come si calcola la rivalutazione?
Per aggiornare il canone si applica questa formula:
👉 Canone attuale x indice FOI x percentuale di rivalutazione
Si ottiene così il nuovo canone annuo, da suddividere per 12 mensilità.
📊 Esempio:
Se l’affitto mensile è di 800 € e il contratto è soggetto a rivalutazione del 100%, l’aumento sarà di circa 11,20 € al mese.
Quando scatta l’aumento?
L’adeguamento si applica dalla prima scadenza annuale del contratto, se è stata inserita la clausola ISTAT.
Se nel contratto non è prevista, il proprietario non può applicare aumenti.
In sintesi
🔹 Rivalutazione annua ISTAT: +1,4% abitativo, +1,05% commerciale
🔹 Rivalutazione mensile: –0,1% rispetto ad aprile
🔹 Nessun adeguamento se c’è la cedolare secca
🔹 Obbligatoria solo se prevista nel contratto
Per i proprietari è quindi fondamentale verificare le clausole contrattuali e aggiornare correttamente il canone, mentre gli inquilini devono sapere quando e come può essere applicato l’aumento.
La rivalutazione ISTAT è uno strumento previsto dalla legge per adeguare l’affitto al costo della vita, ma va gestito con precisione e trasparenza.
Fonte: ISTAT – Indice FOI maggio 2025, comunicato 16/06/2025