La recente approvazione della direttiva Case Green da parte dell’Ecofin segna un momento cruciale per il settore edilizio europeo, ma pone sfide particolari per l’Italia, che ha votato contro questa misura. La direttiva mira a trasformare radicalmente l’approccio alle costruzioni e agli immobili esistenti, spingendo verso un obiettivo ambizioso di emissioni zero.
Cosa prevede la direttiva Case Green?
La direttiva stabilisce che entro il 2030 tutti i nuovi edifici dovranno avere emissioni zero e che entro il 2050 l’intero parco edilizio europeo dovrà raggiungere lo stesso obiettivo. Un punto fondamentale del piano è l’eliminazione graduale delle caldaie a combustibile fossile entro il 2040, un cambiamento che avrà un impatto significativo su tutti i proprietari di immobili.
Qual è l’impatto per i proprietari italiani?
“Il provvedimento è bellissimo, ambizioso, ma alla fine chi paga?”, queste le parole del Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che riflettono l’ansia dei proprietari italiani di fronte alle possibili spese per adeguare gli immobili alle nuove normative. L’investimento necessario per rispettare tali standard potrebbe essere notevole, e attualmente non è chiaro come verranno distribuiti i costi.
Come si posiziona l’Italia rispetto agli altri stati membri?
Nonostante l’opposizione italiana, la direttiva è stata approvata, con solo l’Ungheria che ha condiviso la posizione contraria dell’Italia. Repubblica Ceca, Croazia, Polonia, Slovacchia e Svezia si sono astenute. Questo scenario evidenzia una divisione nel blocco europeo riguardo alla velocità e all’intensità con cui perseguire gli obiettivi ambientali nel settore dell’edilizia.
Quali sono i prossimi passi per l’Italia?
L’Italia avrà due anni per integrare le disposizioni della direttiva nella propria legislazione nazionale. La speranza espressa da Confedilizia è che durante questo periodo il governo e la maggioranza lavorino per modificare o attenuare il provvedimento, soprattutto in considerazione delle preoccupazioni riguardanti i costi per i cittadini e le imprese.
Quali riduzioni di energia sono richieste?
Per rispettare gli impegni della direttiva, l’Italia dovrà assicurarsi che il consumo medio di energia primaria degli edifici residenziali sia ridotto del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Questi obiettivi richiederanno una pianificazione accurata e investimenti mirati nel settore delle costruzioni e delle ristrutturazioni.
Conclusione
La direttiva Case Green rappresenta una svolta per il futuro dell’edilizia in Italia e in Europa, promettendo edifici più sostenibili, ma anche presentando sfide economiche significative. Sarà essenziale monitorare come il governo italiano affronterà questi obblighi nei prossimi anni e quale sostegno verrà offerto ai proprietari per facilitare la transizione.
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